mercoledì 16 luglio 2014

Lettera dalle Isole Canarie al Coordinamento Nazionale NO Triv

Salve a tutti e tutte,
vi scrivo da una delle terre più lontane e periferiche della geografia europea, le Isole Canarie. Purtroppo per motivi logistici non siamo riusciti ad essere presenti a questo importante incontro, a cui ci avete molto gentilmente invitato.
Anche noi alle Canarie ci troviamo molto gravemente minacciati da progetti petroliferi. Difficile raccontarvi in poche righe la nostra vicenda (potete trovare un ottimo riassunto nella pagina www.savecanarias.org[1], anche in versione italiana, che vi invitiamo a sottoscrivere, e continui aggiornamenti della situazione nella pagina facebook Save Canarias[2] o, in italiano, Difendiamo le Canarie dal Petrolio)[3].
Da noi il progetto di Repsol, nella sua assoluta inopportunità, viene portato avanti malgrado il rifiuto da parte delle principali istituzioni locali e regionali, oltre all’opposizione di partiti, organizzazioni ambientaliste e associazioni cittadine di tutti gli ambiti e livelli. Per fermare le trivellazioni non sono bastate le protezioni ambientali più rigorose di ambito nazionale e internazionale, il rischio sismico inerente alla zona, la particolare problematica della fornitura di acqua potabile (desalinizzata al 100% nelle isole circostanti, abitate da 250.000 persone, le quali potrebbero restare senza approvvigionamento idrico da un giorno all’altro), l’estrema profondità a cui si vuole operare (sotto uno spessore d’acqua di 1.500 metri e con più di 6.000 metri di perforazione sotteranea), l’allarme della comunità scientifica internazionale o le avvertenze delle più importanti federazioni turistiche di mezza Europa, che inviano in loco quasi 12 milioni di turisti all’anno.
Sulle isole c’e stata una mobilitazione costante, e un mese fa sono scese in piazza oltre 200.000 persone, nelle manifestazioni più importanti mai registrate nella storia delle Canarie; ma il rifiuto più assoluto da parte della popolazione non è bastato a far cambiare idea al partito di governo in Spagna che promuove imperturbabile il progetto, insensibile perfino ai più elementari calcoli elettorali. Racconto tutto questo per darvi un’idea delle forze che abbiamo contro: una sola impresa (forse però grazie all’impulso che le viene da un intero sistema basato sui combustibili fossili) riesce a liquidare tutti questi argomenti a cui ci appelliamo in nome dell’interesse comune. Oggi 11 luglio scopriamo con orrore che l’autorizzazione ministeriale per l’inizio effettivo dei lavori arriverà in pochi giorni.
Noi lottiamo contro questa minaccia da tredici anni, e solo ora sembra sorgere poco a poco il germe di un movimento coordinato a livello nazionale, in una collaborazione tra le associazioni cittadine che si oppongono alle trivellazioni e le organizzazioni ecologiste permanenti. Ci sembra chiaro che un lavoro coordinato sarebbe molto più fruttifero: io spero che con questo incontro possa gettarsi il seme di una coordinazione ancora più ampia, che tenti di salvare il nostro patrimonio comune europeo finché è possibile.
A livello politico è sorto lo scorso 9 luglio all’interno del Parlamento europeo un gruppo di lavoro il cui obiettivo è fermare i progetti di trivellazioni alle Canarie e nel Mediterraneo, stimolando al contempo il passaggio a un nuovo modello energetico[4]. Cinque forze politiche spagnole compongono per ora questo gruppo di lavoro, ma l’intenzione sarebbe quella di integrarvi altre forze politiche internazionali con interessi comuni. Il gruppo è stato promosso ed è ora coordinato dall’Oficina de Acción Global, l’ufficio del governo isolano di Lanzarote specificamente dedicato alla lotta contro le trivellazioni e alla promozione di un nuovo modello energetico. Vi trasmetto l’invito, su richiesta di quello stesso ufficio, a prendere parte all’iniziativa, incoraggiando eventualmente i vostri rappresentanti politici ad entrare in contatto con il gruppo di lavoro  (l’indirizzo email di riferimento è in nota a pie’ di pagina)[5]. Consideriamo vitale lo sforzo rivolto a un’azione di ambito comunitario: le prossime riunioni del gruppo di europarlamentari coinvolti sono previste per settembre 2014.
Da parte nostra cerchiamo di seguire quello che succede in Italia sul piano dello sfruttamento del petrolio e dello sviluppo delle energie rinnovabili, ma troviamo spesso difficoltà a rintracciare informazioni attendibili, spesso per disinteresse o faziosità dei media mainstream. Credo che sarebbe necessaria una circolazione maggiore dell’informazione, anche a livello divulgativo, affinché tutti i dibattiti affrontati non restino patrimonio degli specialisti e degli attivisti, ma vengano messi attivamente a disposizione dell’opinione pubblica più generale.
Non vorrei dilungarmi oltre. Vi ringrazio molto per la vostra attenzione e spero di aver l’opportunità di incontrarvi di persona in qualche prossima occasione. Assieme al mio personale appoggio, vi porto i saluti e il più caloroso incoraggiamento da parte degli attivisti contro le trivellazioni nelle isole Canarie.

Eliana Cabrera
(Difendiamo le Canarie dal petrolio)





[1] Web informazione/adhesioni (anche in italiano): www.savecanarias.org.
[3] Facebook aggiornamenti (italiano): https://www.facebook.com/pages/Difendiamo-le-Canarie-dal-petrolio/125614247571354?fref=ts.
[4] Link alla notizia: http://www.cabildodelanzarote.com/tema.asp?sec=Noticias&idCont=13050&idTema=17.
[5] Email Oficina de Acción Global (Ezequiel Navío): oag1@cabildodelanzarote.com.

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