Documento di Crotone
In difesa della Costituzione, della Democrazia, dei Territori
Il presente
documento nasce a seguito dell’iniziativa pubblica dal titolo “Difesa dei Beni Comuni e revisione della
Costituzione”, tenutasi a Crotone il 12 e il 13 luglio 2014 e promossa dal
Coordinamento Nazionale No Triv. Esso è aperto esclusivamente alla sottoscrizione di Associazioni/Movimenti/Comitati. Per aderire scrivere a: coordinamentonotriv@gmail.com
-------------------------------
È in corso un attacco alla nostra Costituzione, alla nostra
democrazia, ai nostri territori.
Il quadro complessivo delle
riforme costituzionali, unitamente alla riforma della legge elettorale, delinea
una svolta autoritaria, che vanifica il sistema delle garanzie costituzionali e
lascia presagire uno scenario istituzionale, a seguito del quale i cittadini avranno
meno capacità decisionale.
Noi non siamo contrari ad una ipotesi di revisione della
Costituzione, ma siamo contrari a questa
revisione, che compromette
la democrazia, minandola negli organi di rappresentanza territoriale, e che
favorisce la blindatura della casta partitica in Parlamento.
Il disegno di legge di revisione costituzionale
attualmente in discussione interviene principalmente su due questioni: il
bicameralismo e l’assetto delle competenze legislative dello Stato e delle
Regioni. Si tratta di due questioni strettamente connesse.
Il riordino delle competenze legislative previsto andrà a vantaggio dello
Stato e a sicuro detrimento del ruolo delle Regioni. Se la riforma vedrà la
luce, lo Stato potrà ergersi a decisore
unico delle sorti dell’ordinamento
locale, dei beni culturali e paesaggistici,
del turismo, dell’energia, del governo del territorio, delle infrastrutture
strategiche e di altre materie ancora.
La ratio sottesa alla proposta è quella di impedire che le Regioni possano in futuro legiferare su tali materie,
partecipare ai procedimenti amministrativi, sostenere proposte alternative equo-sostenibili, opporsi alla realizzazione di
numerosi progetti (come le grandi
opere inutili e le infrastrutture
strategiche), che le collettività locali e regionali contestano da tempo,
per le evidenti implicazioni che hanno sui beni comuni e, in primo luogo, sulle
risorse naturali.
È sufficiente pensare alla materia energetica.
Sebbene la riforma costituzionale
del 2001 abbia attribuito l’energia alla competenza concorrente dello Stato e
della Regione, la Corte costituzionale ha da tempo sostenuto che lo Stato possa
sì disciplinare per intero la materia in presenza di interessi di carattere
unitario, ma a condizione che alle
Regioni sia lasciata la possibilità di esprimersi sulle scelte energetiche
effettuate a Roma attraverso lo strumento dell’intesa. L’intesa della
Regione si configura, infatti, come una sorta di compensazione per la “perdita”
di competenza dovuta alla decisione dello Stato di attrarre a sé la competenza
sulla materia energetica. Con il disegno di legge di revisione costituzionale
questa (implicita) garanzia verrà, invece, meno. In questo modo, i progetti energetici potrebbero non
richiedere più l’assenso della Regione.
Si pensi alla miriade di progetti
petroliferi che il Governo ha in serbo di realizzare in Basilicata, in Abruzzo, in
Sicilia, in Puglia o in Campania: in
questi e in altri casi lo Stato farà sicuramente da sé.
Lo stesso può dirsi per le materie che residueranno in capo alle
Regioni, posto che in ogni tempo lo Stato potrà esercitare la specialissima
prerogativa che la riforma gli riserva: quella di privare la Regione della
possibilità di legiferare anche nelle materie residuali solo perché così piace allo Stato, e cioè “quando lo richieda la tutela dell’unità
giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse
nazionale”.
D’altra parte, il duro colpo che
alla democrazia regionale e locale verrà inferto non potrà trovare rimedio
neppure attraverso la partecipazione delle Regioni e dei Comuni in seno al nuovo Senato. Nonostante, infatti, che
il nuovo art. 57 Cost. dichiari che
i senatori rappresentano le “istituzioni
territoriali”, le modalità di
elezione individuate (attraverso i Consigli regionali) e il limitato numero di seggi a disposizione
di ciascuna Regione (da attribuire “in ragione dei voti espressi e della
composizione di ciascun Consiglio”) finiranno, nei fatti, per favorire la
presenza in seno al Senato dei partiti più grandi e rafforzare finanche l’egemonia
degli stessi nella Camera dei Deputati, agevolati, in questo, da una legge
elettorale in corso di approvazione profondamente ingiusta e antidemocratica.
In conclusione, la riforma costituzionale del Governo Renzi si pone in palese
violazione del principio autonomistico
e del principio democratico, qualificati
come principi fondamentali della nostra forma di Stato. Per questa ragione ci
opponiamo fermamente alla revisione costituzionale in corso e invitiamo i
parlamentari tutti a non votare il disegno di legge e i cittadini a sostenere
le ragioni del nostro dissenso.
Al momento hanno già aderito:
1) A Sud
2) Alba
– Reggio Calabria
3) Associazione
Antimafie “Rita Atria”
4) Associazione
Ariano in Movimento
5)
Associazione Futura – Venosa (PZ)
6) Associazione
Ghea – Attigliano (TR)
7)
Associazione Intercomunale Lucana
8)
Associazione LAB.ZEN 2 Onlus – Palermo
9) Associazione
“Peppino Impastato” Abruzzo
10) Associazione
“Peppino Impastato” Sicilia
11)
Associazione radicali Lucani
12) CAST
– Comitato Ambiente Salute Territorio - Abruzzo
13) Circolo
Valorizzazione Terre pubbliche attraverso le popolazioni locali – Abruzzo
14) CIUFER
15) Comitati
Cittadini per l’Ambiente – Sulmona
16) Comitato
Abruzzese per la Difesa dei Beni Comuni
17) Comitato
civico S. Angelo dei Lombardi
18) Comitato
No Megacentrale - Guspini – Sardegna
19) Comitato
Viva la Costituzione del Veneto
20) Coordinamento
Nazionale No Triv
21) Fabbrikando
l’Avvenire
22) Fondazione
Capta – Vicenza
23) Forum
Ambientale dell’Appennino
24) Forum Siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni
Comuni
25) L’Albero
Vagabondo – Campania
26) Madre
Terra di Flumeri
27) Mediterraneo
No Triv
28) No
Petrolio Vallo di Diano
29) No
Petrolio Alta Irpinia
30) No
scorie Trisaia – Rotondella
31) No Triv
Abruzzo
32) No Triv
Basilicata
33) No Triv
Calabria
34) No Triv
Campania
35) No Triv
Rossano
36) No Triv
Valle del Belice
37) O.L.A.
– Organizzazione Lucana Ambientalista
38) Piccoli
Paesi
39) Rete
della Conoscenza
40) Rete
Stop Biocidio – Lazio
41) Salviamo
il Paesaggio – Alto Milanese
42) San
Vito Bene Comune
43) WWF
– Provincia di Crotone