Riceviamo e pubblichiamo.
Ogni dichiarazione ivi contenuta non è attribuibile al presente Blog ma solo all'Autore.
Con riferimento alla
vicenda BANCA TERCAS S.p.a., oltre alle responsabilità, in via di accertamento,
dei singoli, esistono responsabilità che potremmo definire “di sistema”.
La sentenza è sibillina
e senza appello: la degenerazione dei partiti è causa delle tribolazioni di
BANCA TERCAS non meno di quanto lo sia dei debiti milionari e delle
inefficienze di Ruzzo, Teramo Ambiente, Cirsu, Arpa, ecc..
In questo caso,
tuttavia, c’è da considerare un’aggravante: stravolgere le regole del sistema
creditizio e piegarle ai desiderata degli “amici” significa condizionare
pesantemente lo sviluppo economico e sociale di un Paese; significa
condizionare la libertà di iniziativa economica o fare in modo che si svolga “
…. in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana”; interferire arbitrariamente e pesantemente
nel meccanismo della libera competizione tra operatori economici; creare
privilegi immotivati a favore di alcuni nei confronti di altri; premiare
progetti industriali poco credibili ed impedire l’ingresso sul mercato di nuove
imprese e la creazione di nuova occupazione; prendersi gioco dei risparmiatori
e del risparmio, impedendo che questo “… acceda alla proprietà dell'abitazione,
alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento
azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.
Considerevole il numero
di articoli della nostra Costituzione ridotti in macerie. Tradito lo spirito
della nostra Carta Costituzionale.
Ma torniamo alle
"miserie" di casa nostra. BANCA TERCAS è controllata per il 65% del
capitale sociale dalla FONDAZIONE TERCAS il cui Statuto, sia nella versione
precedente del 2007 sia in quella in vigore dal 4/10/2013, prevede che il
Consiglio di Amministrazione della Fondazione venga eletto dal Consiglio di
Indirizzo.
La maggior parte dei
componenti del Consiglio di Indirizzo, anche se formalmente nominata da altri,
è sostanzialmente designata dai partiti politici per il tramite di alcuni enti
territoriali.
Secondo la formulazione
del 2007, confermata in quella del 2013, all’art. 13 lo Statuto della
FONDAZIONE prevede infatti che:
==== omissis =======
- due membri sono
espressione della comunità di Teramo e sono designati dal Sindaco del Comune di
Teramo;
- un membro è
espressione della comunità di Atri ed è designato dal Sindaco del Comune di
Atri;
- un membro è
espressione della comunità di Nereto ed è designato dal Sindaco del Comune di
Nereto;
- un membro è designato
dal Presidente della Provincia di Teramo;
- un membro è designato
dal Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura
della Provincia di Teramo;
- un membro è designato
dal Rettore dell’Università degli Studi di Teramo;
- tre membri sono
nominati direttamente dallo stesso Consiglio di Indirizzo.
Visti i rapporti di
forza del tempo, era quasi scontato che fino al 2011 fosse il centrosinistra a
detenere la maggioranza del Consiglio di indirizzo e a dettar legge anche nella
nomine dei componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione che a
sua volta ha potere di vita o di morte sulla composizione del Consiglio di
Amministrazione di BANCA TERCAS.
Schematizzando, finché
il centrosinistra è stato in grado di conservare la maggioranza del Consiglio
di Indirizzo della Fondazione, si è automaticamente assicurato il controllo del
CdA della BANCA.
Dal 2011 in poi si è
aperta invece una nuova fase in cui, cambiando i rapporti di forza all’interno
del Consiglio di Indirizzo della Fondazione a causa del passaggio al
centrodestra della guida politica della Provincia di Teramo, del Comune di
Atri e di quello di Nereto, alla scadenza del mandato del “vecchio” CdA, la
sostituzione dei componenti è stata improntata a differenti criteri “partitici”
ma pur sempre nell’ottica della continuità spartitoria: oggi ad essere
totalmente “nuovo” dell’ambiente Tercas è il solo Alessandro D’Ilario,
assicuratore in Roseto degli Abruzzi.
Quanto al resto dei
componenti, si tratta di volti già noti: oltre al Presidente, Prof. Mario
Nuzzo, ritroviamo nel CdA della FONDAZIONE, promosso al rango di Vice
Presidente, l’Avv. Vincenzo De Nardis, già membro del Consiglio di Indirizzo in
quota centrodestra per il Comune di Teramo; così come Marino Iommarini e
Raffaele Marinucci, entrambi in quota centrodestra in quanto precedentemente
designati a far parte del Consiglio di Indirizzo dalle Amministrazioni Comunali
di Atri e Nereto.
Ecco spiegato il meccanismo,
perfettamente legittimo e previsto in Statuto, che dalla notte dei tempi ha
consentito alle diverse fazioni di “scalare” e di mantenere il controllo della
FONDAZIONE e, di conseguenza, anche della BANCA TERCAS, determinandone il bello
ed il cattivo tempo.
Quanto siamo disposti a
tollerare tutto questo? E' accettabile che le FONDAZIONI BANCARIE e, quindi, le
loro banche, possano essere scalate e controllate dai partiti?
Come la recente storia
economica del nostro Paese insegna (vedi, ad esempio, Monte dei Paschi)
esistono responsabilità politiche che investono il sistema dei partiti su scala
ben più ampia di quella regionale dove operano “appena” 4 fondazioni bancarie a
fronte di altre 84, concentrate soprattutto nelle regioni del Centro-Nord d’Italia:
tutti i tentativi di riforma delle Fondazioni Bancarie e del loro rapporto con
il sistema creditizio hanno fin qui miseramente fallito e, a parte la stampa di
settore, questo punto non compare tra le priorità di intervento delle forze
politiche oggi rappresentate in Parlamento.
Né qualcuno chiede cosa
ne sia stato, ad esempio, della previsione normativa riguardante l’istituzione
di un’Authority sugli enti no-profit, fondazioni bancarie comprese.
Sicché, per l’immediato
futuro, non vi sono elementi per essere particolarmente ottimisti.
Nel frattempo la
magistratura riempie i buchi lasciati dalla politica.
Enrico Gagliano
Comitato abruzzese difesa beni couni
Comitato abruzzese difesa beni couni
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