Non abbiamo tessere di iscrizione
al “club” dei detrattori della stampa, soprattutto di quella che, anche quando
le ignora, non sposa le nostre tesi in materia di crescita economica e di
politiche energetiche.
Crediamo nella inviolabilità
della libertà di stampa e di espressione, ma riteniamo altrettanto fermamente
che all’opinione pubblica debba essere garantito il diritto a un’informazione a
tutto tondo.
Non ce ne voglia, dunque, il
Direttore de “Il Centro”, Mauro Tedeschini – al quale abbiamo proposto di farsi
promotore di un Forum sulla questione “Petrolio in Abruzzo” – se lo invitiamo a
rendere partecipi i lettori e anche i non lettori de “Il Centro” del “conflitto di interessi”,
che, da quando dirige la nota testata abruzzese, sembrerebbe riguardarlo.
La nostra vuole essere una
semplice narrazione di fatti, senza alcun richiamo al rispetto dell’etica e
della deontologia del giornalista.
È da tempo che il Direttore
modera dibattiti sul tema, commenta, formula auspici e dà pagelle di
credibilità.
Il 16 gennaio prossimo, ad
esempio, il Direttore de “Il Centro” sarà presente in veste di moderatore al
convegno che si terrà presso l’Università degli Studi di Teramo, dal titolo non
singolare “Le strategie di comunicazione per superare il Nimby. In che modo comunicare
con le comunità locali che si oppongono alla costruzione di infrastrutture in
Italia e in Abruzzo?”, durante il quale si parlerà anche del rapporto tra
ambiente e petrolio.
Fin qui nulla da eccepire. Al
contrario, tutto ciò va nella direzione di un maggiore pluralismo
dell’informazione e, da questo punto di vista, è opportuno che di Tedeschini ce
ne siano tanti. D’altra parte, tra le molte lettere alle quali il Direttore ha
dato risposta negli ultimi anni in tema di petrolio ve n’è una del 23 ottobre
2012, in cui, rivolgendosi a un lettore lontano dalle nostre posizioni, proprio
Tedeschini auspica decisioni chiare e soprattutto “informazioni trasparenti”.
Resta però un fatto che il
quotidiano “Il Centro” fa capo al Gruppo Espresso, che è controllato dal Gruppo
C.I.R., che a sua volta controlla SORGENIA.
Sorgenia è organizzata in tre
aree di attività: mercato dell’energia, fonti rinnovabili, ricerca e produzione
di idrocarburi. O almeno, lo è stata fino ad oggi visto che nel Piano 2014-2020
è prevista la dismissione delle due ultime aree.
La società è presente in Colombia
e nel Mare del Nord e opera anche nella ricerca non convenzionale di
idrocarburi (shale gas e shale oil), con
interessi in varie aree d’Europa: Bacino Baltico, Polonia, Portogallo.
Attraverso la controllata
Sorgenia E&P Spa, Sorgenia ha una partnership con le britanniche Aurelian
Oil and Gas Plc e JKX Oil&Gas Plc per lo sviluppo di attività di
esplorazione relative a diverse licenze petrolifere in Bulgaria.
La JKX Oil&Gas Plc? Sì, proprio
così: Sorgenia ha una partnership con la “mamma” della JKX ITALIA che in
Abruzzo è titolare al 100% dell’istanza di permesso di ricerca CORROPOLI così
come un tempo lo è stata dei permessi di ricerca CIVITA ed AGLAVIZA poi ceduti
a MEDOILGAS che è azienda associata ad Assindustria Chieti-Pescara, di cui
Paolo Primavera è Presidente. E MEDOILGAS a sua volta ci riporta ad Ombrina, al
permesso di ricerca Colle dei Nidi e all’istanza di ricerca Villa Mazzarosa,
poi vendute a Canoel. Sorgenia, infine, in Tirreno Power è socia di Gaz De
France, che a sua volta detiene il 51% dell’istanza di concessione di
stoccaggio San Benedetto.
La domanda che occorre porsi è se
non sia opportuno – proprio ai fini di una più completa informazione – che chi
dirige una testata giornalistica così importante non precisi tutto questo
apertamente, in modo manifesto. Solo così alcuni articoli apparsi su “Il
Centro” – come quello ormai celebre dedicato alla Piattaforma Vega e alle
ombrine fresche cucinate dallo chef calabrese Giuseppe – avrebbero forse un
retrogusto meno gradevole, ma certamente più schietto e genuino.
Comitato Abruzzese
Difesa Beni Comuni, aderente al Coordinamento Nazionale NO TRIV
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