martedì 14 ottobre 2014

LA FEDE HA BISOGNO DI "SEGNI": D'ALFONSO FACCIA IL MIRACOLO

 Dal testo di alcune intercettazioni telefoniche pubblicate su Primadanoi.it e risalenti al 2013 sembrerebbe emergere che in quel periodo l'attuale Presidente della Regione Abruzzo stesse svolgendo il ruolo di "facilitatore" di relazioni nei confronti di importanti operatori del settore OIL&GAS per conto di un'importante realtà industriale abruzzese che compete da anni sul mercato globale dei grandi impianti di caldareria (fatturato di gruppo pari a 100 milioni di euro nel 2013).

Delle sue ultime prestigiose aggiudicazioni si sono occupati di recente anche media di rilievo nazionale; in particolare:
- La Repubblica: "…. in Canada è stato scelto per la prima fase del progetto di North West Upgrading e Canadian Natural Resources Limited, impianto del valore di 6 miliardi di dollari …. In Canada fornirà 4 reattori del valore di 10 milioni di euro per l’unità di gassificazione delle due compagnie petrolifere";
- Il Tempo: "…. In Canada l'azienda abruzzese si è invece aggiudicata la fornitura di 4 reattori del valore di 10 milioni di euro per l'unità di gassificazione delle compagnie petrolifere North West Upgrading e Canadian Natural Resources. La raffineria sorgerà a 45 chilometri a nord-est di Edmonton, capitale della provincia di Alberta. … A pieno regime, l'impianto avrà una capacità produttiva di 7,5 milioni di tonnellate di greggio all'anno e sarà una delle più tecnologiche del Nord America".

Torniamo però ai colloqui telefonici intercettati.
Stando alle intercettazioni, quest'azione di p.r. avrebbe portato D'Alfonso ad essere tra i partecipanti ad un importante seminario promosso dall'Ambasciata del Canada a Milano il 28 novembre 2013 presso l'Hotel Principe Savoia, dedicato a "Tecnologie innovative per la produttività e la riduzione dell’impatto ambientale nelle risorse petrolifere non convenzionali". Un titolo, un programma.

Non era quindi un caso che tra gli sponsor del meeting d'affari figurassero ENI e la sua controllata Saipem che proprio in Canada, nello Stato dell'Alberta, ha una società, la Saipem Canada Inc., il cui ex amministratore delegato, Giovanni Cerchiarini, a detta di alcuni sarebbe stato invitato a dimettersi in quanto "vicino al cerchio magico dell’ex responsabile Engeneering & Costruction Algeria, Pietro Varone", coinvolto nello scandalo delle presunte tangenti algerine (fonte:http://www.linkiesta.it/saipem-canada-eni).

In casa nostra, invece, ENI & Dintorni (Saipem e Snam comprese) ci riportano all'attualità di numerose vicende "caldissime": il TAP, ad esempio.

E il Canada e le aziende canadesi dell' OIL&GAS cosa fanno? E' normale che non se ne stiano a braccia conserte; in Abruzzo, ad esempio, la presenza canadese più importante è quella di ELSA 2 (60% di Cygam Energy, con sede a Calgary nello Stato dell'Alberta - 40% di Petroceltic).
E poi l'Ambasciatore canadese in Italia, Peter McGovern, da noi in Abruzzo è praticamente di casa anche per nobilissime ragioni: a Ortona per commemorare i 1.615 militari canadesi caduti nella Seconda Guerra Mondiale; a L'Aquila per il "Premio Città di L'Aquila", nato in memoria delle vittime del terremoto.
Peter McGovern vanta anche un invidiabile curriculum, pubblicato sul sito dell'Ambasciata Canadese in Italia (http://www.canadainternational.gc.ca/italy-italie/highlights-faits/2013/2013-04-ita.aspx?lang=ita): il commercio, la cooperazione internazionale, il marketing territoriale e le politiche di sviluppo sono pane per i suoi denti.
E' l'Ambasciatore canadese a fare gli onori di casa in quel 28 novembre 2013 all' Hotel Principe di Savoia a Milano.

Al termine di questa narrazione di fatti qualche riflessione bisognerà pur farla:

1. Il D'Alfonso pensiero sull'OIL & GAS (fracking, shale gas e sabbie bituminose compresi) può essere riassunto più o meno così: in CANADA SI' e in ABRUZZO NO.
Qui non si intende mettere in discussione il diritto di chiunque di potersi determinare liberamente nelle scelte che riguardano la professione.
Tuttavia molti ricorderanno come nel novembre del 2013 D'Alfonso fosse lanciatissimo per la premiership del centrosinistra in vista delle consultazioni Regionali e come le sue esternazioni pubbliche fossero improntate al rigetto di un futuro minerario per l'Abruzzo.
E' evidente una decisa asimmetria tra la dimensione privata e quella pubblica.

2. Tra i maggiori attori dell' OIL&GAS figurano Eni, la sua SAIPEM e SNAM, con i loro interessi ramificati ovunque, Abruzzo compreso. SAIPEM e SNAM significano TAP ed il TAP attraversa l'Abruzzo, lasciandoci in dono una centrale di compressione a Sulmona.

Che dire? Stando così le cose, mettere il futuro dell'Abruzzo NO OIL nelle mani di chi fino a un anno fa si relazionava per ragioni professionali con il mondo dell'OIL & GAS e che oggi, invece, nella veste istituzionale di Presidente della Regione, siede al tavolo tecnico presso il MISE per la questione TAP/Sulmona ed è impegnato da una risoluzione del Consiglio Regionale a far ricorso alla Corte Costituzionale contro gli artt. 37 e 38 del Decreto Sblocca-Italia, è oggettivamente un atto di fede.
E la fede ha bisogno anche di "segni" e "miracoli".
D'Alfonso ne faccia uno solo: convocare d'urgenza la Giunta Regionale per deliberare il ricorso immediato alla Corte Costituzionale contro gli articoli 37 e 38 del Decreto Sblocca-Italia.

3. Perché nella telefonata del novembre 2013 D'Alfonso insiste, da candidato in pectore del centrosinistra alla Presidenza della Regione Abruzzo, nel voler portare a tutti i costi con sé Sorgi a Milano? Che c'entra Sorgi con le opportunità di business per le imprese italiane in Canada? C'è un nesso, anche indiretto, tra la missione -a quanto pare poi sfumata- di Sorgi a Milano e tutte le questioni aperte di casa nostra (TAP/Sulmona, ELSA della canadese CYGAM ENERGY, ecc.)?

4. L'Abruzzo e l'Italia esprimono eccellenze nel campo delle tecnologie, delle opere e dei servizi per l'OIL&GAS. L'azienda abruzzese di cui abbiamo scritto in apertura figura tra queste. Come altre, opera contestualmente in più mercati: non soltanto OIL&GAS ma anche Clean Energies, ad esempio, di cui abbiamo necessità per gestire e compiere la transizione energetica. Di fronte al coesistere di business e tecnologie diverse all'interno del medesimo sistema, non si può liquidare la pratica tirando semplicemente una linea.

Questa contraddizione, che è reale, deve spingerci invece ad elaborare un progetto di riconversione ecologica della produzione, che abbia una valenza transnazionale e che ci porti al superamento delle fonti fossili sul cui rilancio puntano invece sia le politiche U.E. sia la nostra piccola S.E.N..


Enrico Gagliano - Coordinamento Nazionale NO TRIV - Sezione Abruzzo

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