I Comitati territoriali de L'Altra Europa con Tsipras esprimono solidarietà al Presidente nazionale della Federazione dei Verdi e Consigliere comunale Angelo Bonelli, colpito da minacce di morte per via del suo impegno in difesa dell’ambiente.
Il
progetto petrolifero “Tempa Rossa” e l’adeguamento della Raffineria di Taranto,
destinata allo stoccaggio del greggio estratto in Basilicata, sono del tutto inconciliabili
con uno dei punti più qualificanti del programma della Lista L’Altra Europa con Tsipras: “il
raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni può e quindi deve
essere anticipato. In particolare in Europa bisogna entro il 2025 ridurre i gas
serra del 60% e aumentare le energie rinnovabili del 45% (stroncando ogni
tendenza al ritorno del nucleare o al mantenimento della dipendenza energetica
del nostro Paese dal gas russo o dallo shale gas americano, estratto con la
devastante pratica del fracking, o al rilancio del carbone e del petrolio la
cui ricerca è fortemente invasiva degli equilibri ambientali) e ridurre i
consumi energetici del 40%”.
I
Comitati territoriali de L’Altra Europa
con Tsipras sono convinti che ricette economiche di questo tipo abbiano
fatto il loro corso e che il rilancio dell’economia del nostro Paese non possa darsi
attraverso massicci investimenti nelle fonti fossili, come è nelle intenzioni
del Governo Renzi fare attraverso l’imminente varo del decreto “Sblocca
Italia”.
Nell’ora
attuale, la necessità di perseguire con fermezza l’obiettivo della
riconversione ecologica della produzione passa attraverso una rilettura critica
delle più recenti vicende politico-amministrative che hanno interessato sia la
Raffineria di Taranto e, in special modo, la decisione del Ministero dell’Ambiente
di non assoggettare a Valutazione d’Impatto Ambientale la “Variante al Piano di
Gestione terre e rocca da scavo”, sia il progetto “Tempa Rossa”, la cui
realizzazione si inserisce nel più ampio disegno prefigurato dalla Strategia
Energetica Nazionale (2013), volto a trasformare la Val Padana, l’Alto
Adriatico, l’Abruzzo, la Basilicata e il Canale di Sicilia in autentici
distretti minerari.
Al
fine di evitare che si producano effetti devastanti per le comunità lucane e
pugliesi, è necessario che le Amministrazioni regionali e locali interessate si
oppongano alla realizzazione di entrambi i progetti, manifestando il proprio
dissenso nell’ambito dei relativi procedimenti amministrativi e impegnandosi
eventualmente anche ad agire in sede giurisdizionale.